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Appuntamenti della Comunità

Lettera Pastorale dell'Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina alla Comunità Diocesana

Fratelli e Sorelle nel Signore,

1. Guidato certamente dallo Spirito Santo, Papa Francesco ha indetto il Giubileo Straordinario della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015, Solennità dell’Immacolata Concezione, e si concluderà nella Solennità liturgica di Gesù Cristo Re dell’Universo il 20 novembre 2016. L’invito a questo tempo straordinario di grazia ci giunge attraverso la Bolla di indizione Misericordiae Vultus (MV) dell’11 aprile scorso, vigilia della II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia. La Lettera pontificia testimonia in ogni paragrafo lo stile personale, cordiale, sapiente e coinvolgente di Papa Francesco e ci permette, ancora una volta, di constatare nel Santo Padre perfetta sintonia tra persona, pensiero, azione e stile pastorale. Ciò che scrive Papa Francesco, e come lo scrive, è testimonianza di quello che egli è, di come vive ed opera. Anche per questo motivo la Lettera del Papa è accessibile a tutti e, quindi, è opportuno che essa sia diffusa, attraverso la lettura personale e la condivisione comunitaria.

2. Nei giorni scorsi (dal 9 al 13 novembre) si è svolto a Firenze il V Convegno delle Chiese d’Italia sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Accompagnato da una delegazione ufficiale, ho preso parte all’evento che è stato benedetto dal Signore con la presenza del Santo Padre. Martedì 10 novembre, dopo una sosta a Prato, egli ci ha, infatti, raggiunto nella Cattedrale di Firenze dove si è rivolto a noi con un discorso che, sia per stile che per la ricchezza delle indicazioni, resterà davvero memorabile. Lo dobbiamo, perciò, tener presente affinché la nostra mente, la nostra vita e la nostra azione pastorale ne siano arricchite ed esso diventi fortemente orientativo per la nostra comunità diocesana. Ascoltando il discorso del Papa, mi ha colpito particolarmente il seguente passaggio: “Ma allora che cosa dobbiamo fare, padre? – direte voi. Che cosa ci sta chiedendo il Papa? Spetta a voi decidere: popolo e pastori insieme! Questa preziosa indicazione, che emergeva già nelle prime parole del nuovo Papa appena eletto (13 marzo 2013), è il costante invito di Papa Francesco a vivere lo stile sinodale che deve sempre più caratterizzare la Chiesa in tutte le sue articolazioni.

3. Le parole del Papa mi hanno confermato in una idea che ho maturato durante le ripetute letture della Bolla di indizione del Giubileo e che adesso espongo di seguito in queste semplici riflessioni che offro come indicazioni per vivere l’Anno Santo nella nostra Chiesa. 3.1. Come sopra notato, la Lettera è accessibile a tutti. Essa ci dice cosa deve essere, significare e produrre in noi, persone singole e comunità, l’Anno Santo della Misericordia. Alla meditazione personale della Lettera di Papa Francesco, è quanto mai opportuno aggiungere frequenti ed abbondanti momenti di riflessione comunitaria, mediante lo stile sinodale che egli ha ribadito a Firenze: “popolo e pastori insieme”. 3.2. “Popolo e pastori insieme” nella meditazione della Lettera di Papa Francesco: lo faremo a partire dai Consigli pastorali parrocchiali e dai gruppi dei generosi operatori pastorali che più direttamente collaborano. Valorizzeremo, pure, le innumerevoli possibilità di catechesi e di dialogo che la “pastorale ordinaria” offre. Penso, ad esempio, alle novene, ai tridui in preparazione alle feste religiose che, ben vissute, diventano provvidenziale possibilità per celebrare fruttuosamente il Giubileo della Misericordia. 3.3. Anche il Settimanale Prospettive e il sito diocesano dovranno essere ampiamente e creativamente utilizzati. Il Giubileo può costituire l’occasione propizia per un opportuno rilancio del settimanale così come è emerso, fra l’altro, in occasione della recente celebrazione del suo trentennale di pubblicazione. Il sito diocesano offrirà ogni giorno la possibilità di approfondire e condividere, tramite le modalità specifiche che esso offre, l’esperienza del Giubileo nella nostra Chiesa particolare.

4. Il Consiglio pastorale parrocchiale svolgerà, come tra poco illustrerò, un particolare ed insostituibile compito. Così esso potrà attuare il suo speciale e significativo compito di luogo privilegiato di quel “discernimento comunitario” che è stato fortemente raccomandato durante il III Convegno delle Chiese d’Italia a Palermo (20-24 novembre 1995), come espressione dinamica della comunione ecclesiale e come metodo di formazione spirituale, di lettura della storia e di progettazione pastorale. È utile rileggere la pagina della Nota pastorale dell’Episcopato Italiano (16 maggio1996) Con il dono della carità dentro la storia. La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo. “Perché esso [il discernimento comunitario] sia autentico, deve comprendere i seguenti elementi: docilità allo Spirito e umile ricerca della volontà di Dio; ascolto fedele della Parola; interpretazione dei segni dei tempi alla luce del Vangelo; valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno; creatività spirituale, missionaria, culturale e sociale; obbedienza ai pastori, cui spetta disciplinare la ricerca e dare l’approvazione definitiva. Così inteso, il discernimento comunitario diventa una scuola di vita cristiana, una via per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità, l’inserimento nel mondo a cominciare dal proprio territorio. Edifica la Chiesa come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti diversi, plasmandone una figura, che senza deviare in impropri democraticismi e sociologismi, risulta credibile nell’odierna società democratica. Si tratta di una prassi da diffondere a livello di gruppi, comunità educative, famiglie religiose, parrocchie, zone pastorali, diocesi e anche a più largo raggio. I responsabili delle comunità cristiane ne approfondiscano il senso e le modalità per poterla promuovere come autorevoli guide spirituali e pastorali, saggi educatori e comunicatori” (Enchiridion C.E.I., vol. 6, n° 21, pag. 84 – 85). Dallo splendido nucleo “Popolo e pastori insieme”, può fiorire questa bella esperienza di appartenenza ecclesiale che rinvigorisce le forze e spinge verso entusiasmanti nuovi traguardi.

5. In che modo potranno i Consigli pastorali parrocchiali, durante il Giubileo della Misericordia, rivelarsi ed operare come forma privilegiata di “popolo e pastori insieme” in efficace esercizio di discernimento comunitario? Notiamo subito che il Consiglio pastorale è qui visto nella sua genuina natura di espressione dell’intera comunità parrocchiale con la partecipazione dei Religiosi e delle Religiose, delle associazioni, gruppi e movimenti in essa presenti, e in stretto collegamento con l’Assemblea pastorale parrocchiale. Occorre lealmente riconoscere che l’Assemblea non è ancora prassi diffusa e consolidata. Le esperienze in tal senso sono piuttosto lodevoli eccezioni, mentre il Consiglio pastorale è già entrato nella configurazione abituale delle parrocchie, seppur con diverso ritmo di incisività nelle comunità parrocchiali. Per questo la Visita pastorale in corso ha inteso avviare e rafforzare tale collegamento. Adesso l’Anno giubilare può divenire un ulteriore e forte stimolo a procedere in tal senso. Perciò, mi rivolgo con grande fiducia particolarmente a voi, carissimi fratelli parroci, miei primi collaboratori e “autorevoli guide spirituali e pastorali, saggi educatori”, chiedendovi lo speciale impegno del pieno coinvolgimento del Consiglio pastorale parrocchiale affinché operi con grande entusiasmo per favorire nelle nostre comunità parrocchiali l’approfondita conoscenza della Lettera di Papa Francesco in vista di una sua corale accettazione ed attuazione.

6. Infatti, la Lettera Misericordiae Vultus è straordinariamente ricca di quei “sogni” e desideri che Papa Francesco esprime con frequenza sul presente e l’avvenire della Chiesa e per la cui realizzazione ha anche voluto il Giubileo straordinario della Misericordia. Indico alcuni di questi desideri per invogliare tutti a scoprirne molti altri.

6.1. “Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio. A tutti, credenti o lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi” (MV5).

6.2. “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti: nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole” (MV10). 6.3. “Dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia” (MV12). Questa bella immagine ha attirato subito la mia attenzione e ha fatto sorgere in me il desiderio di far vivere il Giubileo come occasione propizia per rendere le parrocchie, e quindi l’intera comunità ecclesiale catanese, “Oasi di misericordia”. L’oasi fa riferimento fisicamente al deserto e idealmente a tutte quelle situazioni difficili dove manca l’elemento essenziale dell’acqua che disseta il corpo e lo spirito. Quanti deserti e quante persone assetate ci sono anche nel nostro territorio! Il Giubileo straordinario della Misericordia ci offre la possibilità di essere dissetati in abbondanza per dar da bere agli assetati. Ecco allora, fratelli e sorelle nel Signore in quest’amata Chiesa particolare di Catania, la proposta che come vostro vescovo consegno per vivere l’Anno Santo della Misericordia: “Popolo e pastori insieme”, per rendere le nostre parrocchie “Oasi di misericordia”.

7. Al riguardo, mi piace condividere con voi alcune idee – proposte che potranno essere sviluppate a livello parrocchiale. Non si tratta, evidentemente, di un elenco chiuso; piuttosto, mi auguro che esso susciti ulteriori e opportune riflessioni, che, condivise, contribuiranno a rendere la nostra Chiesa particolare una grande oasi di misericordia nel territorio.

7.1. Anzitutto, i membri del Consiglio pastorale parrocchiale meditino personalmente la Lettera di Papa Francesco. In successivi incontri condividano la domanda: “Come rendere sempre più la nostra parrocchia «Oasi di Misericordia»?”. Se il Consiglio opererà con il discernimento comunitario già descritto, certamente potrà elaborare proposte per l’intera comunità parrocchiale, da illustrare in apposite assemblee parrocchiali. Le riflessioni e le proposte così elaborate, saranno valorizzate dal Consiglio pastorale diocesano, in via di ricostituzione, per una proposta da offrire all’intera comunità ecclesiale.

7.2. L’immagine “oasi di misericordia” richiama quell’altra che presenta la parrocchia come la “fontana del villaggio”. In entrambi i casi, la parrocchia è chiamata a prendere sempre più coscienza di essere umile e benefica presenza per servire, rinnovandosi con il dono della misericordia accolta, condivisa ed offerta. La misericordia è l’acqua abbondante che dunque l’oasi-parrocchia può e deve offrire a tutti.

7.3. Essere oasi significa rendersi conto, per farsene carico, delle reali condizioni di vita delle persone, vicine o lontane, che costituiscono la comunità parrocchiale. A tale scopo è necessario costituire un semplice ma attento osservatorio parrocchiale dando forma organica, stabile, ed attività costante alle numerose risorse di cui disponiamo nelle Caritas parrocchiali, nei Gruppi vincenziani, nelle Misericordie, nei gruppi Fratres, nelle Confraternite, nel volontariato … Il Giubileo può offrire la possibilità per realizzare la tanto invocata comunione e collaborazione tra tutte queste, ed altre eventuali, belle realtà che spesso agiscono in modo isolato e, talvolta, competitivo.

7.4. Nelle parrocchie che già hanno ricevuto la Visita pastorale, l’Osservatorio potrà valorizzare la Relazione elaborata dal Consiglio pastorale parrocchiale e presentata nell’Assemblea pastorale. Ho sempre ammirato la verità, la semplicità e la concretezza di tali Relazioni. Davvero hanno descritto la reale situazione della comunità parrocchiale, evidenziandone traguardi già raggiunti con l’aiuto del Signore, o da raggiungere “pienamente disponibili e docili all’azione dello Spirito Santo che ci spinge a più grande comunione, a più fervida testimonianza evangelica, a continuo impegno per rendere sempre più missionario [e misericordioso] il volto della nostra Chiesa particolare (Preghiera per la Visita pastorale).

7.5. “Nella Chiesa del Signore tutti gli uomini verranno se bussando alla sua porta, solo amore troveranno…”. Così tante volte cantiamo, ringraziando il Signore perché già le nostre comunità ecclesiali si comportano in questo modo. Nel canto esprimiamo pure il desiderio e il proposito di esserlo sempre più. Il Giubileo ci viene incontro spronandoci a costituire, o perfezionare, in ogni parrocchia il Centro di ascolto. Quante persone competenti, anche professionalmente, possiamo coinvolgere al riguardo! Non cadiamo nel corto circuito di dire che non disponiamo di queste risorse. Chiediamoci umilmente: non ci sono o piuttosto non le cerchiamo, non le accettiamo, non le motiviamo, non le coinvolgiamo…? Esorto vivamente i carissimi fratelli parroci ad un particolare impegno al riguardo. Non stanchiamoci di rivolgere inviti in tal senso. La gioia che brillerà nel volto di chi riusciremo a coinvolgere e delle persone che saranno veramente accolte, compenserà tale ricerca. La prospettiva indicata da Papa Francesco: “Nelle nostre parrocchie … chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia” si realizza già nell’accoglienza attenta e cordiale che le persone del Centro di ascolto sapranno offrire a chi bussa alla porta e al nostro cuore.

7.6. L’osservatorio e il Centro di ascolto forniranno utili indicazioni per l’esercizio personale e comunitario delle opere di misericordia corporale e spirituale su cui tanto insiste Papa Francesco. Il n. 15 della MV ci vuole coinvolgere e farci crescere nell’essenziale che illumina la nostra esistenza: “Alla sera della vita, saremo giudicati nell’amore” (S. Giovanni della Croce, Parole di luce e di amore, 57). Teniamo presenti anche le seguenti affermazioni del Papa nella Lettera indirizzata a Mons. Rino Fisichella, riportata più avanti, e con la quale si concede l’indulgenza: “Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà, pertanto, di una indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità”. Nella storia della nostra Arcidiocesi rifulgono di grande splendore innumerevoli ed esemplari operatori nel settore delle opere di misericordia corporale e spirituale. Tre nomi a sintetizzare una ininterrotta storia di solidarietà e cristiana carità: il Beato Card. Dusmet, la Beata Maddalena Morano, la Serva di Dio Suor Anna Cantalupo. Nei mesi del Giubileo ogni comunità parrocchiale studi e verifichi nella propria storia come i padri si sono adoperati per vivere in pienezza le opere di misericordia. Non mancheranno testimonianze straordinarie per creatività ed efficacia; ma sicuramente ci saranno tante testimonianze di carità “feriale”, ma preziosa perché segno di amore ricevuto in abbondanza dal Signore e condiviso generosamente con il prossimo. In tale contesto invito gli alunni dello Studio Teologico S. Paolo e dell’ISSR S. Luca, appartenenti all’Arcidiocesi di Catania, a privilegiare maggiormente ricerche di questo genere nella scelta degli argomenti delle tesi di Baccellierato, Licenza, Laurea e Dottorato.

8. L’Anno giubilare vedrà le nostre parrocchie impegnate nell’attenzione operosa verso l’accorato appello lanciato da Papa Francesco all’angelus del 6 settembre scorso. Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, Papa Francesco invitava le parrocchie ad essere loro prossimi e a dare loro una speranza concreta accogliendo una famiglia di profughi. Il Consiglio episcopale permanente della C.E.I. ha predisposto un vademecum contenente indicazioni per le diocesi italiane circa l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati. La Caritas diocesana sta provvedendo a rendere tali indicazioni più rispondenti al nostro territorio. Confido molto nell’intervento dei Consigli pastorale e per gli Affari economici affinché tutte le parrocchie, anche tramite opportune sinergie interparrocchiali o di Vicariato, siano generose nel praticare l’accoglienza nei riguardi di questi speciali “forestieri” che ci permettano di accogliere in loro Gesù, che ci vuole misericordiosi come il Padre lo è con noi.

9. I Consigli pastorali e le Assemblee parrocchiali nell’esercizio del “discernimento comunitario” saranno accompagnati da indicazioni che gli uffici di Curia man mano forniranno, tenendo presente, tuttavia, che celebrare il Giubileo non significa primariamente attuare una serie di iniziative, ma cercare di assumere nella vita personale e comunitaria un nuovo stile di pensare e di operare. Mi pare questo il senso autentico di quanto scrive Papa Francesco: “Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È la condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS.ma Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato” (MV2). Lasciamo che queste parole entrino nel nostro cuore: veramente e quindi senza fretta, ma con il tempo necessario a ciascuno di noi.

9.1. Certamente alcune iniziative del Giubileo (quali il pellegrinaggio, le “24 ore per il Signore”, il dono dell’indulgenza…) sono legate alla durata temporale 8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016. Il Giubileo, però, deve essere ricco di frutti che rimaranno per tutta la nostra vita. Dobbiamo evitare che anche il Giubileo della Misericordia abbia la sorte di altri importanti eventi che pure abbiamo ultimamente celebrato, ma con scarsa continuità nella vita personale e comunitaria. È bene, perciò, assicurare il tempo necessario alla meditazione e alla assimilazione della Lettera di Papa Francesco con il ritmo dei cerchi concentrici: Consiglio pastorale, comunità parrocchiale, comunità diocesana. L’attenzione alla Lettera sarà accompagnata, secondo l’esplicita raccomandazione di Papa Francesco, dal recupero del “grande insegnamento che S. Giovanni Paolo II ha offerto con la sua seconda Enciclica Dives in misericordia, che all’epoca (1980) giunse inaspettata e colse molti di sorpresa per il tema che veniva affrontato” (MV 11).

10. L’insistenza sul ruolo fondamentale della parrocchia nella celebrazione del Giubileo non intende escludere quello delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti. Chi vi appartiene, continui a fare in essi belle e feconde esperienze di crescita nella fede, nella speranza e nella carità perché queste nuove realtà ecclesiali sono certamente un dono del Signore Gesù alla Sua Sposa, la Chiesa dei nostri giorni. Per vincere ogni tentazione isolazionistica da parte di queste nuove realtà ecclesiali, si deve fare in modo che le ricchezze ricevute nell’appartenenza ai vari movimenti, convergano nella comunità parrocchiale. Per questo, le associazioni antiche e nuove devono essere presenti nel Consiglio pastorale parrocchiale, che potrà così beneficiare anche del loro qualificato apporto. Il Giubileo della Misericordia può aiutarci pure in questo: l’intera nostra Chiesa particolare, così ricca di tanti movimenti post-conciliari, e in essa le singole parrocchie, vivano una nuova stagione di rapporti nella comunione e nella missione con queste nuove aggregazioni ecclesiali.

11. Vorrei pure suggerire di vedere una benefica complementarietà tra Visita pastorale in corso e l’Anno giubilare che ci apprestiamo a vivere. Infatti, l’impegno della Visita pastorale, che mira a dare un volto sempre più missionario alla nostra Chiesa particolare, è in piena sintonia con la finalità di renderla “Oasi di misericordia” in tutte le sue articolazioni, parrocchiali in primo luogo. Attualmente la Visita pastorale è in corso nel XV Vicariato (Bronte, Maletto, Maniace) e successivamente riguarderà le comunità cittadine del VI Vicariato. Per le parrocchie interessate allo svolgimento, alla preparazione e al tempo del Dopo Visita, il Giubileo Straordinario della Misericordia costituirà certamente una grazia speciale. Lo sarà anche per me nel ministero episcopale dei prossimi mesi. Sarò lieto di vivere insieme alle comunità parrocchiali visitate, i caratteristici momenti giubilari come pure l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale che caratterizzano da sempre lo svolgimento della Visita pastorale.

12. Concludo questa lettera con alcune belle espressioni di Papa Francesco: “Un Anno Santo Straordinario, dunque, per vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che, da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto …. In questo Anno giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare” (MV 25). Chiediamo alla Vergine Santissima, Madre della Misericordia (cfr. MV 24), di ottenerci il dono di meravigliarci, cioè di lasciarci sorprendere da Dio, per innalzare con Lei il nostro commosso Magnificat. Intercedano per noi anche la Martire Agata e i nostri Santi Patroni, che hanno sperimentato nella loro esistenza la misericordia del Signore. Augurando a tutti un Santo Anno Straordinario della Misericordia, volentieri e con grande affetto vi benedico nel nome di Dio Misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Catania, 30 novembre 2015 Festa di S. Andrea, apostolo

+ Salvatore Gristina